All'ombra Della Luna
Tutta la polizia è dunque sulle tracce di questa misteriosa killer: il caso vuole che siano proprio Lockhart e il suo collega a ritrovarla. Inizia un lungo inseguimento, che si conclude nella metropolitana. La killer, dalla notevole forza, spacca una gamba a Maddox, per poi trovarsi da sola contro il giovane Lockhart. La donna lo saluta per nome, gli fa gli auguri per la nascita della figlia e gli esprime dispiacere per la morte del collega. Dopodiché ha la meglio su di lui, lo ammanetta a una panchina e gli annuncia che si vedranno presto. Ma con uno scatto improvviso, Thomas riesce a colpire la donna con il taser: lei perde l'equilibrio e precipita sui binari, venendo travolta da un treno.
All'ombra della luna
In quel momento, Lockhart viene a sapere che sua moglie è in sala parto: si precipita in ospedale, dove un poliziotto lo informa che la presunta killer è come se non avesse identità, che aveva con sé delle chiavi di un aeroplano e che era stata ferita da un colpo di pistola della polizia di Filadelfia. Thomas non sa dare risposte a questi misteri, e d'altronde è in apprensione per la moglie che sta partorendo. Poco dopo gli nasce una figlia: mentre Thomas e Holt la guardano ammirati e felici, un dottore li informa che la moglie è morta per delle complicazioni.
1997: è il compleanno della figlia di Thomas (promosso a sergente dopo i fatti di nove anni prima), che come regalo le dona un nuovo ciondolo per il suo braccialetto e promette di portarla allo zoo. Ma una notizia sconvolge i suoi piani: un uomo è stato ucciso con le stesse modalità dei morti del 1988. La folla è inferocita, specialmente la comunità afroamericana, che accusa la polizia di aver ucciso una sospettata - mai identificata - per pregiudizio razziale. Dal video di una telecamera di sicurezza la polizia nota che, anche in questo caso, si tratta di una killer incappucciata, il che fa pensare a un'imitatrice. Ma Thomas nota che anche questa donna ha la mano ferita, un particolare che non era mai stato divulgato alla stampa. Inquieto, Thomas e il riluttante Maddox (che ancora zoppica per la gamba rotta) cominciano a riesaminare le prove del caso del 1988, giungendo a una scoperta inquietante: le chiavi dell'aeroplano trovati nella tasca dell'assassina nove anni prima corrispondono a un modello uscito appena nel 1996. Mentre si dirigono all'aeroporto, vengono fermati da Naveen Rao, uno scienziato che afferma che è una faccenda legata alla superluna di quella notte, che aprirebbe un passaggio temporale. I due poliziotti non gli danno ascolto. Giunti all'aeroporto, Thomas entra da solo e trova un meccanico tenuto sotto tiro dalla stessa donna vista nove anni prima. Quest'ultima lo lega e si appresta a montare sull'aereo: ma Lockhart riesce a liberarsi e a chiedere aiuto a Maddox, che irrompe nell'hangar, finendo però ucciso. A questo punto la donna carica sull'aereo anche Lockhart, e gli intima di dimenticarsi di lei: davanti al suo rifiuto, lo scaraventa nell'acqua, poco distante dalla spiaggia. Il mattino dopo Lockhart trova i pezzi dell'aereo sulla spiaggia: ma della donna non c'è traccia. A questo punto si convince che ella proviene dal futuro: espone questa sua convinzione a Holt, che lo guarda come se fosse pazzo.
2006: Thomas svolge la professione di detective privato, non ha più la casa e ha un rapporto scostante con la figlia, che di fatto viene cresciuta da Holt. L'avventura di nove anni prima lo ossessiona, e nel tempo continua a fare ricerche (per esempio, cerca di ritrovare lo scienziato del 1997, che nel frattempo è sparito). Scopre così che nel 1988 c'era stata anche una quinta vittima, apparentemente morta di overdose. Interrogando la vedova, scopre che questi era un leader di un movimento suprematista bianco, che inviava segretamente i suoi comunicati d'odio (nascosti in libri di storia americana) a una vasta rete di contatti: tra di essi, sono presenti tutte le vittime del 1988. Lockhart chiede un colloquio a Holt per avere l'indirizzo di uno dei contatti della lista, ma Holt si rifiuta: lo accusa di essere ossessionato da una vecchia vicenda che gli sta distruggendo la vita e la stima che gli altri (in primis la figlia) hanno per lui. Lockhart si mostra scosso e pentito, e chiede aiuto psicologico a Holt, abbracciandolo. In realtà gli ha sottratto il distintivo, che usa poi per ottenere dalla polizia l'indirizzo desiderato. Una volta giunto sul luogo, Thomas vede una nuova vittima, e vede la solita assassina dileguarsi: Thomas la rincorre e le spara a una mano. Dopo un lungo inseguimento, i due arrivano alla spiaggia dove erano già stati nel 1997. L'assassina si infila in un tubo di scarico: Thomas la insegue anche lì dentro, e la vede scomparire in una macchina del tempo ad acqua. Prima che la donna sparisca, Thomas le giura che si rivedranno ancora. Uscito dal tubo, viene arrestato dalla polizia e da un Holt furioso.
2015: il misterioso scienziato Naveen Rao conduce degli studi sui maiali su un marchingegno a isotopi, che provoca la morte delle bestie tramite un'emorragia da naso, occhi e orecchie. Nel frattempo Thomas si è accampato sulla spiaggia per aspettare l'arrivo della killer. Lo scienziato accorre sul posto e lo rapisce, asserendo che è necessario che quella donna compia la sua opera, che sarà fondamentale per salvare tante vite. Thomas riesce a liberarsi e ritorna sulla spiaggia, giusto in tempo per veder comparire la donna.
Finalmente pacificato, Thomas Lockhart può andare in ospedale, dove sua figlia (e il suo compagno, afroamericano) sta per partorire. Qui può fare infine pace con la figlia e con Holt (già capo della polizia, e ora in pensione), e abbracciare per la prima volta la nipote appena nata.
Tutte le volte che esce un film targato Netflix il mondo trattiene il fiato, un po' come quanto nasce un Targaryen. Si lancia la moneta in aria e il destino decide se è andata bene o è andata male. Ultimamente per la grande N è andata male con Red Sea Diving, è andata malissimo con Sei gemelli, anche se per fortuna ci sono sempre quelle pellicole che appaiono, purtroppo raramente, e ci regalano esperienze splendide, basta solo saperle trovare.L'ultima fatica di Netflix è All'ombra della luna, thriller con Boyd Holbrook, Michael C. Hall (il nostro caro vecchio Dexter) e Cleopatra Coleman. Siamo a Philadelphia, nel 1988, ma in realtà pure nel 2024 e anche in tante altre date. C'è un serial killer, c'è gente che muore in circostanze misteriose, e c'è un poliziotto ossessionato dalla sua cattura. Ci sono anche tanti, tantissimi cliché del genere. Ma, soprattutto, c'è tantissima confusione. Andiamo a vedere assieme perché.
All'ombra della Luna parte subito scombussolando lo spettatore. Una breve scena iniziale nel 2024 per poi saltare indietro al 1988. In poche immagini si ha già una ridda di temi difficili da amalgamare così, in uno schiocco: thriller, thriller politico, retrogusto distopico e vagamente fantascientifico. Si sente fin da subito puzza di bruciato. Perché i salti temporali sono solo all'inizio, così come la confusione di temi trattati. Il film non riesce a trovare un composto chimico preciso per stabilizzare la propria storia. Troppi generi e sottogeneri shakerati in un cocktail variopinto, ma dal gusto indefinito. Man mano che la trama avanza viene caricata di eventi e svolte dalla portata gigantesca per un film che si basa su un serial killer. E più ci si arrampica lungo l'arzigogolata scala di All'ombra della Luna, più si fatica a mantenere l'equilibrio. Il film non prende mai una vera decisione, non riesce a scegliere un tema di cui parlare e sfruttare uno (massimo due) generi narrativi per sviscerarlo e riconsegnarlo allo spettatore. Tutto viene gettato dentro il calderone, senza però un Panoramix a controllare la riuscita della pozione.
Se la trama è sovraccarica di elementi, il rischio è che si perdano i personaggi. All'ombra della Luna si incarta da solo, dimenticandosi quasi tutti i suoi protagonisti. Michael C. Hall è una macchia sbiadita sul muro, senza un minimo di approfondimento psicologico, lasciato indietro da una storia inondata di elementi che si portano via tutto. Anche Boyd Holbrook prova a fare il possibile, ma può solo riempire la casella di "detective ossessionato dal caso" e poco altro, accerchiato da una folla di cliché che accompagnano personaggi di questo tipo: nessuno che gli crede, deriva psicologica e fisica, affetti persi per strada e via così. Si tenta un minimo di rapporto fra lui e il partner interpretato da Bookem Woodbine, ma è poca roba rispetto al mare magnum che il film prova a imbastire. Anche Cleopatra Coleman viene sfruttata con il contagocce, ingabbiata in un ruolo tenuto all'oscuro per evitare anticipazioni di trama, sacrificata alla luce di una pellicola incapace di centellinare con precisione il marasma di elementi che la compongono.
Perché poi il film ha tante idee. Idee che si rifanno a ottimi predecessori (il Looper di Rian Johnson, su tutti), che provano a spizzicare da Seven e tentano di imbastire un lontanissimo e slavato parente di Blade Runner. All'ombra della Luna ha del buono, piccoli spunti derivati dai grandi del passato, che però non riesce ad attualizzare e fare propri, ripetendoli spesso pedissequamente senza una mano registica in grado di esaltarli, ma capace solo di riprendere stilemi di tanti generi e comprimerli assieme, sperando restino attaccati.
C'è la Luna e le sue fasi, persone apparentemente slegate che muoiono nello stesso terribile modo, salti temporali, un sottofondo distopico, un killer che sa molto più di quanto dovrebbe, scienziati, famiglie disastrate, detective e... quasi si fatica a prendere fiato in mezzo a questa fiumana di elementi. Elementi ai quali, nel prosieguo della trama ed evitando spoiler, se ne aggiunge un altro, enorme, colossale, che dovrebbe riunirli tutti ma che, inserito così avanti nell'economia della storia, la destabilizza e la rende meno credibile. Questo era forse il nodo cruciale da sfruttare, il fiume da cui far partire il delta del film, perché utilizzato come coup de théâtre a circa metà pellicola appesantisce ancora di più un prodotto già carico, rompendo i sacchi e rovinando tutta la spesa a terra. 041b061a72